Articolo estratto dal volume IV del 1953 pubblicato su Google Libri.
Il testo è stato corretto dai refusi di stampa e formattato in modo uniforme con gli altri documenti dell’archivio.
I riferimenti ai documenti del magistero pontificio sono stati resi interattivi e portano al sito del progetto “Chiesa e Comunicazione”, la biblioteca digitale online che prosegue l’attività iniziata da p. Baragli con le opere Cinema cattolico: documenti della Santa Sede sul cinema e Comunicazione Comunione e Chiesa.
In questi ultimi anni, nell’abbondante produzione di dizionari e di prontuari enciclopedici, non mancano, anzi abbondano quelli di contenuto specificamente religioso e cattolico. Sono noti, infatti, tanto per restringerci all’Italia, l’Enciclopedia del Cristianesimo, in un volume, diretta da mons. Silvio Romani (Roma, Taruffi, 1947), l’Enciclopedia del Cattolico, in tre volumi (Milano, Bianchi Giovini, 1948), il recentissimo Piccolo Dizionario di Dottrina Cattolica, di Carbone e Roncuzzi (Roma, Colombo, 1953), la Grande Enciclopedia Ecclesiastica, diretta dal compianto mons. Bernareggi e che le case editrici Vallardi e Marietti stanno portando a compimento, la Piccola Enciclopedia Ecclesiastica di A. Ceccaroni (Milano, Vallardi, 1953) 1 e finalmente la monumentale Enciclopedia Cattolica, che, completando il suo programma in tempo di primato, sta per fare uscire il suo dodicesimo e ultimo volume.
Si direbbe, dunque, che essendocene ormai di tutti i tipi, di tutti i calibri e per tutti i gusti, gli editori italiani non debbano trovare più sufficiente convenienza nell’insistere sul campo religioso ecclesiastico; ed ecco invece la valorosa Unione Tipografico Editrice Torinese (U.T.E.T.) uscire col primo volume di un Dizionario Ecclesiastico, che dovrà, a giudicare dall’ampiezza del primo, conchiudersi in non meno di quattro volumi.
La prima nota che favorevolmente colpisce chi lo prende in mano è la sua degna presentazione tipografica, sulla linea tradizionale della nota casa editrice. Il volume, in quarto, robustamente rilegato in tutta tela, è in carta uso patinata tenace e sottile; le circa 1.200 pagine, per l’impostazione del testo in doppia colonna, per i corpi degli esponenti e del testo, richiama l’Enciclopedia Cattolica, nonché l’Enciclopedia Italiana, la quale, ancora insuperata, in quanto a signorilità di linea e a lindore tipografico, sembra che ormai sia destinata a restare il modello delle enciclopedie di alta cultura. Perfezione un po’ minore purtroppo presentano qui le illustrazioni, le quali, abbondanti nel testo e fuori, sono nette e nitide nelle tavole a colori, ma alquanto incerte e confuse nei rotocalchi e negli zinchi: quest’inconveniente crediamo che sia dovuto ai particolari troppo numerosi e minuti rispetto alle superfici molto limitate, e dal tipo di retino consentito dalla qualità di carta usata nel volume2.
Di pienissima soddisfazione sono invece i criteri redazionali seguiti, che danno all’opera la sua caratteristica nettissima. Il Dizionario, è detto nella prefazione, intende «servire utilmente le due classi bene individuate del clero e del laicato colto, che desiderino informarsi rapidamente e sicuramente intorno alle questioni religiose». Dunque, niente trattati, niente monografie, ma minuto spezzettamento in molto numerose voci a esponente, coi contenuti collegati tra loro per mezzo di opportuni rimandi; raro indugiare in spiegazioni prolisse, ma un dettato asciutto e sostanziale, reso più nervoso da molte ma ovvie abbreviazioni; ridotti al minimo i rimandi tra gli esponenti. Naturalmente, quando l’argomento imperiosamente lo esige, la direzione non ha lesinato nello svolgimento, che prende anche due, tre, quattro e più pagine (si vedano per esempio, le voci Dio, Chiesa, Filosofia e, soprattutto, Bibbia): ma sono eccezioni. Risulta così una straordinaria ricchezza di esponenti, che garantisce appunto la rapidità di consultazione promessa. Il lettore vi troverà non solo i termini correnti di tutte le scienze sacre, i nomi dei santi, dei beati, dei papi e di personaggi ecclesiastici e laici, cattolici e non cattolici, che abbiano una rilevante relazione con esse, ma anche i santuari, le diocesi di tutta la cattolicità, coi nomi di curia quando differiscono troppo dai relativi volgari, le encicliche pontificie, gli inni della liturgia, le sigle degli ordini e congregazioni religiose e delle associazioni cattoliche o religiose non cattoliche, le più comuni locuzioni latine o di altre lingue (per esempio Alleluia, Flectamus genua, Disparitas cultus, Depositum fidei ecc.), i sistemi e i termini filosofici ecc. ecc. Nell’insieme, il compulsatore troverà ricchezza imprevista di nomi propri, e così forse si consolerà un po’ della parsimonia che riscontrerà nel campo della letteratura, della musica e delle arti figurative, circa i quali settori il Dizionario, con un criterio discutibile, tace quasi del tutto. Data, invece, la sua natura e la sua destinazione, non sarebbe dispiaciuto trovarvi, per esempio, gli autori dei libri posti all’Indice coi motivi di condanna che li riguardano, come molto opportunamente si fa per esempio a proposito dell’Histoire ancienne de l’Eglise, del Duchesne: ciò avrebbe risparmiato ricerche dirette non facili per chi non ha alla mano l’Indice stesso.
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Non dobbiamo lesinare lodi se passiamo ad esaminare il contenuto del magnifico volume. Anche senza sottoporci alla fatica improba di una lettura continuata di tutto il testo, già i nomi dei due direttori, mons. Angelo Mercati e Augusto Pelzer, nonché quelli dei collaboratori di questo volume, danno pieno affidamento dell’ortodossia di esso, convalidata del resto dall’imprimatur della curia arcivescovile di Torino. Notiamo tra questi, nomi di prima scelta nel mondo della cultura cattolica, per esempio: A. Ferrua e C. Cecchelli per l’archeologia, A. Gennaro e A. Lanza per la morale, A. Piolanti per la teologia, E. Zolli e C. Lo Giudice per le scienze bibliche, oltre ai bei nomi di P. Chiminelli, B. Tragella, G. Battelli, V. Marcozzi, G. Golzio, L. Tondelli e, per finire, quello dello storico del concilio di Trento: H. Jedin. Che se poi cominciamo a sfogliare il volume scorrendolo e delibandone qua e là alcune voci, non mancano motivi di rallegrarci coi loro estensori. Ricordiamo, tra gli altri, come particolarmente ben riuscite, oltre quelle di maggiore sviluppo sopra menzionate, le voci Agonia, Agostino, Catechismo; degne di particolare lode altre voci trattate con sereno senso di equilibrio, quali Action Française, Bergson, Fascismo, Erasmo da Rotterdam, Croce Benedetto ecc.
Non meraviglierà però che una lettura, sia pure affrettata, riesca a rilevare qua e là lacune e improprietà di dottrina, inevitabili in ogni opera umana e specialmente in imprese di sì vasto impegno come questo Dizionario, nelle quali non c’è diligenza di direzione e di redazione capace di evitare, specialmente in voci secondarie e di compilazione, o sviste e negligenze di compilatori o poca acribia di chi attinge a fonti a loro volta lacunose e malsicure. Tra le lacune ricordiamo che sotto la voce Castità; e Celibato ecclesiastico non si rileva la differenza che corre tra clero latino e clero orientale circa l’obbligo della castità perfetta; manca un cenno sulle teorie scientifiche del Boscovich; sotto Abercio il lettore avrebbe gradito trovare il testo dei sedici esametri del suo epitaffio non facilmente rintracciabile altrove, come gradisce di trovare la dichiarazione dei Diritti dell’uomo sotto questa voce; a proposito di Discernimento degli spiriti si tace d’Ignazio di Loyola, che pur ha lasciato qualche cosa in proposito; la bibliografia di Fatima manca dei due autori più attendibili e noti sia in portoghese sia in italiano; tra i generali della Compagnia di Gesù manca al proprio posto il Centurione, sotto Acquaviva manca la menzione del beato Rodolfo, come sotto Borgia manca ii santo omonimo; a proposito di arbitrato pontificio manca un cenno alla clausola che in passato lo riguardava nei trattati internazionali; nelle voci Azione Cattolica e Apostolato della Preghiera ogni cosa si espone ignorando quasi del tutto quanto non riguarda l’Italia. Tra le inesattezze rileviamo un Anderledy «eletto vicario con diritto di successione dal p. Beckx»; l’Apostolato della Preghiera iniziato a «Vals-les-Bains» invece che a Vals-le-Puy (ma il compilatore sta in buona compagnia perché anche l’Enciclopedia Cattolica porta questa menda); una chiesa dei «Santissimi» apostoli a Roma (p. 649); una presunta residenza dei canonici del Gran San Bernardo a Weisi, quando invece è noto che ogni loro attività nello Yunnam è stata troncata dall’avanzare dei comunisti; inesattezze a proposito di Azione Cattolica tanto sotto questa voce quanto sotto Associazioni, a proposito del quale ultimo termine avremmo voluto trovare una precisazione sulla portata della voce «laicali» attribuita ad associazioni che per altro sono pienamente ecclesiastiche. Sotto Bulla si ha l’aria di dire che la dizione «bulla aurea» si riferisca a un solo documento storico, quando invece di detti documenti ce n’è più d’uno, come bene viene affermato sotto Bolla. Qualche dubbio ci assale a proposito del titolo di Eminenza negato al Maestro del sovrano ordine di Malta, sibillina ci sembra un’affermazione in fondo alla voce Fornicazione; per lo meno soggetta a discussione qualche coloritura di giudizio sotto Cisneros e sotto Clemente XIV, e finalmente inesatta di dottrina e poco ammodernata in bibliografia la voce Congregazioni Mariane, erronee alcune notizie sotto Figlie di Maria, dove tra l’altro si scambia un Giovanni Leunis in un Leone Flammingue mai esistito e si trasporta al secolo XIX, attribuendolo a chi non spetta, un evento che giuridicamente risale ai 1751 e storicamente alla fine del secolo XVIII.
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Quest’enumerazione, che potrebbe sembrare più prolissa e più ponderosa di quando di fatto è, specialmente se si consideri in relazione all’imponente massa di voci e di materia trattata nel volume, non deprezza affatto il valore dell’opera. Il Dizionario Ecclesiastico resta un ottimo mezzo di ricerca e di lavoro, anche se ulteriormente perfezionabile; e perciò sacerdoti e laici colti non potranno non essere riconoscenti per l’editrice che l’ha progettato e che dopo una decina d’anni ha cominciato ad approntarlo.
1 La nostra rivista si occupò di quest’opera ventisette anni fa, recensendone la «nuova ristampa con appendice» del 1925 (cfr Civ. Catt. 1926, Il, 436), della quale lodò, tra l’altro, «i 15.000 articoli e le 1.600 incisioni», ma criticò la vecchiezza delle notizie, arrestatesi sugli anni 1880-90, e malamente aggiornate in 150 pagine di appendice. Nell’odierna novissima ristampa, l’appendice, pur raggiungendo le 300 pagine, non attenua l’inconveniente allora lamentato. A parte il disturbo cui è sottoposto il lettore, di una doppia consultazione per trovare nella nuova appendice (per conto suo discretamente ricca d’inesattezze) ciò che un termine ha di errato o di lacunoso nel testo, questa Piccola enciclopedia riserva per chi la consulta curiosità sorprendenti; come per esempio la città di Roma con soli 298.553 abitanti, l’ospizio del Gran San Bernardo posto in territorio italiano, Trento e Trieste soggette all’impero austro ungarico ecc. Questo ci fa opinare che il lavoro del Ceccaroni, originariamente pregevole per metodo d’impostazione e per ricchezza di notizie, tanto da renderlo sul piano della cultura ecclesiastica quello che erano il Brunacci e il Melzi per la cultura generale, se l’editore insiste nel completarlo con appendici piuttosto che decidersi a rifonderlo, come noi facevamo voti ventisette anni or sono, resterà curioso ricordo di un tempo che fu, e non più ormai utile sussidio di lavoro.
2 Si veda, per esempio, sotto Bagdad, Chinea, Caaba, Convulsionari, Dollinger ecc...