NOTE
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1 Cfr D. MONDRONE, «Al servizio della lingua», in Civ. Catt. 1968 II 565. Per la seconda edizione (Selezione dal Reader’s Digest, Milano 1987), uscita dopo 20 ristampe della prima, cfr Civ. Catt. 1988 IV 305).

2 Cfr Civ. Catt. 1971 III 318.

3 G. DEVOTO – G. C. OLI, Il dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze 1990, XII-2.164, con 32 tavv. a colori, L. 79.000.

4 Cfr COTRONEO, in L’Espresso, 27 gennaio 1991, 78.

5 Per circa un ventennio il solo Oli; il Devoto – già presidente dell’Accademia della Crusca nel 1964, e rettore dell’Università di Firenze nel 1968 essendo morto nel 1974.

6 R. ROSSELLI, Dizionario. Guida alla scelta dei sinonimi e dei contrari, Sandron, Firenze 1990 (cfr Civ. Catt. 1990 III 259).

7 Per esempio, vi risultano ormai desueti i lemmi: «caudatario» (addetto a tenere il lembo della veste di alti dignitari ecclesiastici); «introito» (nella liturgia della Messa secondo il vecchio rito latino, l’ingresso del sacerdote all’altare, oggi detto processione d’ingresso); «manipolo» (indumento liturgico, costituito da una striscia, della stoffa e del colore della pianeta, che il sacerdote portava all’avambraccio sinistro durante la Messa); «tonsura» (rito, ora abolito, che segnava l’ingresso allo stato clericale) e «chierica» (rasatura tonda che in passato si facevano gli ecclesiastici e i giovani iniziati al sacerdozio, sul cocuzzolo del capo). Qualche ritardo, invece, c’è. Per esempio: «breviario» (oggi «liturgia delle ore»): «li libro liturgico che contiene l’intero ufficio divino secondo il rito della Chiesa romana»; e «accolitato», dato ancora come «il quarto e più elevato degli ordini minori, che conferisce al chierico il compito di assistere il sacerdote o il diacono nelle funzioni liturgiche»; e ciò nonostante il preciso «Ordine»: «Nella Chiesa cattolica, ciascuno dei grandi della gerarchia ecclesiastica, in passato distinti in o. maggiori (suddiaconato, oggi soppresso, diaconato, presbiterato, episcopato) e minori (ostiariato, lettorato, esorcistato, accolitato) oggi ridotti a due soltanto: lettorato e accolitato, e detti ministeri»; e «suddiaconato»: «Nella Chiesa cattolica, prima della riforma liturgica del 1972, il primo degli ordini sacri maggiori, col quale cominciava, per il chierico cui veniva conferito, l’obbligo del celibato e della recita del breviario».

8 Ad esempio, a proposito di sacramenti (e di sacramentali): «cresima» vi viene definita «il sacramento che conferma la definitiva appartenenza del battezzato al corpo mistico della Chiesa, imprimendogli il carattere indelebile di [?!] cristiano»; quando, secondo il can. 879 del recente Codice di diritto canonico, «esso imprime il carattere per il quale i battezzati, proseguendo il cammino dell’iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa». Bene il «matrimonio» vi viene dato quale «rapporto di convivenza dell’uomo e della donna in accordo con la prassi civile, ed eventualmente religiosa, diretto a garantire la sussistenza morale sociale e giuridica della famiglia», però piuttosto sorvolando sul suo essere «sacramento» per i cattolici. «Sacramentale» sarebbe «ciascuno dei riti, oggetti, istituti consacrati dalla Chiesa per l’impetrazione di grazie spirituali e di benefici temporali (benedizioni, elemosine, preghiere ecc.)»; quando, meglio, nel can. 1.166 sempre del nuovo Codice, sono detti: «Segni sacri per cui, per una qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati e ottenuti per l’impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali».

9 Cfr, ad esempio, i lemmi: «ariano» e «arianesimo», «nestorio» e «nestorianesimo», «pelagiano» e «pelagianesimo», «giansenista» e «giansenismo», «luterano» e «luteranesimo», «caIvinista» e «caIvinismo», «anglicano» e «anglicanesimo»...

10 Vedi, ad esempio: «illuminismo», «razionalismo», «positivismo», «materialismo»; «massoneria», «modernismo»; «liberalismo», «capitalismo», «socialismo», «marxismo».

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Articolo estratto dal volume I del 1992 pubblicato su Google Libri.

Il testo è stato corretto dai refusi di stampa e formattato in modo uniforme con gli altri documenti dell’archivio.

I riferimenti ai documenti del magistero pontificio sono stati resi interattivi e portano al sito del progetto “Chiesa e Comunicazione”, la biblioteca digitale online che prosegue l’attività iniziata da p. Baragli con le opere Cinema cattolico: documenti della Santa Sede sul cinema e Comunicazione Comunione e Chiesa.

ARTICOLO SU

In tema di lessicografia italiana, sin dal 1968 la nostra rivista si occupava del duo G. Devoto – G. C. Oli, presentando la prima edizione dell’imponente loro Vocabolario illustrato della lingua italiana, edito in due volumi dalla milanese Selezione dal Reader’s Digest e dalla fiorentina Le Monnier nel 19671. Tornava a occuparsene nel 1971 per recensire il loro Dizionario della lingua italiana, edito in quell’anno dalla stessa Le Monnier2; e di buon grado vi ritorna oggi per presentarne il recentissimo Il dizionario della lingua italiana3. Di primo acchito se ne rileva la nuova e più maneggevole veste editoriale, tra l’altro più atta all’uso familiare e scolastico, avendo ridotto le 2.711 pagine di ieri alle 2.164 di oggi; e ciò nonostante i suoi ben 100 mila lemmi: per il 18% nuovi, il 15% ampliati, con un totale di novità del 35%4.

L’«italiano» che si parla

Siffatta aggiornata dovizia di voci costituisce il primo e più palese pregio del Dizionario, alla luce del criterio pratico al quale i due Autori5 hanno continuato ad attenersi anche per questa edizione. Non, cioè, quello purista-normativo dei superati Arlìa e Fanfani, Puoti, Fornaciari, Rigutini & compagni, frustrati difensori di un italiano letterario, aggredito dalla marea del volgare colloquiale-familiare; ma il criterio documentario: «Nell’ambizioso obiettivo – come precisa l’editore – di un vocabolario che sia la fotografia di un momento particolare della storia di una lingua, e che rappresenti il passato e il presente, le loro inevitabili differenze, contraddizioni e connessioni [...], in un quadro ampio e ragionato dello stato della lingua italiana negli anni Novanta, dei suoi legami con la vita sociale e culturale, della sua evoluzione».

In particolare, tale criterio pratico-documentario permette a chi consulti il Dizionario di comprendere e interpretare in modo corretto e al giusto livello, oltre – ovviamente – la lingua letteraria, in particolare del Novecento e dei classici dell’Ottocento, anche la lingua della scienza e della tecnica; sia nell’ambito prettamente scolastico (dalla matematica alla fisica, dalla biologia alla chimica...), sia rispetto alle esigenze del mondo del lavoro e della vita di tutti i giorni: dall’informatica all’ecologia, dal marketing all’economia, alla finanza...; nonché a quello dei neologismi, italiani e stranieri, ormai entrati nell’uso comune nei più svariati settori: mass media, sport, scienza, tecnica, lingue straniere..., e di fatto foggianti la fotografia dell’attuale momento della lingua.

Così, attinenti all’elettronica-informatica vi trovano posto, ad esempio: algol, backup, basic, bit (e megabit), buffer, bug (e debugging), burotica, chip (e microchip), clone, computer (e home computer), file, floppy disk (e compact disc), frame, hacker, input e output, mouse, on line, processing (e data processing)...

Tra i lemmi inerenti alla televisione vi si allineano: ampex, anchorman (e showman), audience, clip (e videoclip), diretta, meter, network, news, non stop, palinsesto, prime time, promo (e trailer), replay, serial (e soap opera), speaker, spot, televideo... Tra i neologismi più o meno volgarizzati dalla televisione e dai giornali, vi si trovano: checkup, ecologismo, effetto serra, escalation, extracomunitari, glasnost (e perestrojka), golpismo, intifada, jet society, kalashnikov, kehmer, Khomeinismo, killer, look (e lookista), mixer, mundial, padre-padrino, paninaro, paramedico, piduista, portatore di handicap, quark, rampante (e rampantismo), verdi, terza età, vip (e vipperia, vippità), vu’ cumprà, zerozerosette...

Mentre, invece, tra quelli importati tout court dall’anglo-americano, vi alloggiano: abstract, box office, brandy, briefing, day after, fast food, happy end, hooligan, interciry (ed euroocity), kleenex, opinion leader (e maker), overdose, task force, up-to-date, waterproof, war game, way of live, work in progress...

 

Alla dovizia delle voci corrisponde la compiutezza della loro struttura; non solo – ovviamente – lessicale, grammaticale, di rimandi, di etimologie e di esempi; ma anche con frequenti «personaggi di attualità» e sviluppi culturali-eruditi, che dischiudono il Dizionario dal linguistico all’enciclopedico. Così, ad esempio, «umoroso» e «polimaterico» rimandano ai pittori O. Rosai e A. Burri; «descolarizzazione» e «ginevrino» ai filosofi-psicologici I. Illich e F. de Saussure; «gattopardesco», «apocalittico» e gulag agli scrittori G. Tomasi di Lampedusa, U. Eco e A. I. Solženicyn; griffe, «firmato» e «griffato» agli stilisti Valentino, Gucci e Armani. Il mondo del cinema nostrano vi rivive con Totò («comicità»), Gassman («mattatore»), Fellini («paparazzo»), Rossellini («zero»); mentre quello USA con G. Garbo («divina»), M. Monroe («tipo»), R. Hayworth («atomica»), S. Stallone («Rambo»). Lo sport vi è presente con F. Coppi («purosangue»), D. Zoff («inviolabile»); e i cantautori con i Beatles («-mania»), Villa («reuccio»), A. Celentano («molleggiato») e L. Dalla («pesci»); e numerosi vi pullulano i vip della politica e del business: da A. Moro («affare») a B. Zaccagnini («area»), da F. D. Roosevelt (New Deal) a G. Bush (fotofinish), da F. Franco («falange») a M. Gorbaciov (glasnost), da G. Agnelli («avvocato») a S. Berlusconi («emittenza»)...

Tra le definizioni che si sviluppano in vere e proprie trattazioni, basti riportarne tre; piuttosto semplici quelle di «gesuita» e di «psicoanalisi», persino ridondante quella di computer.

«Gesuita. Religioso appartenente alla Compagnia di Gesù, ordine di chierici regolari, fondato da s. Ignazio di Loyola e approvato con bolla papale (1540) da Paolo III; soppresso nel 1773, fu ristabilito nel 1814».
«Psiocoanalisi. Scienza psicologica, spec. in quanto metodo terapeutico delle nevrosi, fondata sulla interpretazione dei processi mentali inconsci: riducendo questi ultimi a livello cosciente, il paziente è in grado di razionalizzarli e controllarli; fondatore ne fu il medico neurologo austriaco S. Freud (1856-1939)».
«Computer. Apparecchio elettronico in grado di svolgere operazioni matematiche e logiche e di memorizzare informazioni a una velocità e in quantità superiori a quelle di cui è comunemente capace il cervello umano; nelle sue componenti materiali (hardware) è costituito da meccanismi di entrata (input) e di uscita (output) delle informazioni e da un insieme di circuiti e di dispositivi sui quali si svolgono le funzioni di memoria, di elaborazione e di controllo. Queste componenti materiali vengono usate mediante programmi contenenti istruzioni (software) che permettono all’intero sistema di lavorare. Il computer non è un “cervello elettronico”, perché non costituisce un’entità autonoma, ma solo uno strumento per risolvere problemi impostati dall’uomo. La diffusione [...] di una concezione antropomorfica del computer, evidente anche nell’impiego di termini come “memoria” e “linguaggio”, va perciò considerata impropria[...]. La memoria posseduta dal computer dipende in tutto e per tutto dalle informazioni immesse nella macchina e realizza tra di esse solo i collegamenti che sono stati impostati nel programma. Il computer è una macchina di tipo particolare, che non produce energia ma informazione. Compito essenziale del computer è di ordinare e di trattare, secondo parametri e istruzioni provenienti dall’esterno, grandi masse di dati [...]».

Catechesi cattolica

Chiudendo, su queste pagine, la presentazione di un altro eccellente Dizionario italiano6, notavamo con piacere che gli stessi pregi che, per quantità e qualità, ne commendavano il contenuto lessicale e nozionale, ne arricchivano anche il contesto nozionale-dottrinale religioso-cattolico. Lo stesso piacere procura questo Dizionario dei Devoto e Oli. Pregevole, intanto, nell’avanzato aggiornamento postconciliare dì non poca sua terminologia ecclesiale7; e soprattutto per la correttezza del contenuto storico dottrinale. A riprova – sorvolando sulle poche imperfezioni8 – ecco un’esemplare raccolta di lemmi attinenti all’ambito religioso.

Dio: «(Solo singolare e con iniziale maiuscola). Spirito superiore, creatore, unico, onnipotente, onnisciente, onnipresente, eterno, secondo la religione cristiana e le altre grandi religioni monoteistiche». Culto: «Tributo di onore e di venerazione che si rende alla divinità, con atti di adorazione e con preghiere nei luoghi sacri a ciò destinati». Adorare: «Onorare la divinità con atti di culto, riconoscendo nei suoi confronti la propria inferiorità, soggezione e obbedienza». Devozione: «Adesione agli aspetti spirituali e formali del culto o delle pratiche religiose in genere». Venerazione: «Sentimento e manifestazione di profondo ossequio o rispetto e di religiosa devozione». Redenzione: «Nella teologia cristiana, la liberazione dell’uomo dal peccato attraverso l’incarnazione, la passione, la morte e la risurrezione di Cristo».

 

Battesimo: «Il primo dei sette sacramenti della Chiesa cattolica, riconosciuto come tale da quasi tutte le altre confessioni cristiane: sanziona, mediante il rito dell’infusione o dell’immersione e la pronunzia della formula trinitaria prescritta, l’entrata di un nuovo cristiano nella Chiesa; possono supplirvi il martirio (b. di sangue) o l’atto di carità perfetta, in cui è implicito il voto di riceverlo (b. di desiderio». Penitenza: «Il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il battesimo». Peccato: «Violazione dell’ordine morale, spec. in quanto motivo di condanna o di pentimento nell’ambito della legge o dell’esperienza religiosa [...]; p. attuale, ogni singolo atto peccaminoso determinatamente compiuto da chi è in grazia di Dio (contrapposto al p. abituale, lo stato di un’anima che persiste in una condizione peccaminosa); con altro senso: p. attuale0qualsiasi atto peccaminoso compiuto in questa vita (contrapposto a p. originale, che, secondo la teologia cattolica, è la colpa del primo uomo, trasmessa a tutta l’umanità, eccettuata Maria Vergine)». Contrizione: «Teologicamente, pentimento perfetto dei propri peccati in quanto determinato dall’amore di Dio; contrapposto ad Attrizione», che «nella dottrina cattolica è il dolore del peccato commesso, suscitato dal timore del castigo anziché dall’odio verso il peccato in quanto offesa alla bontà di Dio, detta anche contrizione imperfetta».
Messa: «Il più importante rito religioso del cristianesimo cattolico e ortodosso, che rappresenta, con l’offerta a Dio del corpo e del sangue di Gesù Cristo sotto le specie del pane e del vino, il rinnovamento quotidiano del sacrificio della croce». Liturgia della parola: «La parte della Messa antecedente la liturgia eucaristica (che va dall’offertorio alla comunione del celebrante e dei fedeli compresa); comprende la lettura o proclamazione della parola di Dio, l’omelia, il Credo e la preghiera universale che precede l’offertorio». Transustanziazione: «La presenza reale del Cristo nel sacramento eucaristico, attraverso il passaggio totale della sostanza del pane e del vino in quella del corpo e del sangue di Cristo in virtù delle parole della consacrazione pronunziate dal sacerdote durante la Messa».
Infallibilità: «Secondo la teologia cattolica, la prerogativa concessa da Cristo alla Chiesa nella persona di Pietro, perché sia la custode fedele della verità rivelata e la verace trasmettitrice dell’insegnamento divino». Sillabo: «La raccolta delle 80 proposizioni pubblicata da Pio IX nel 1864 che condannava come contrarie e incompatibili con la fede cattolica dottrine e atteggiamenti caratteristici del mondo contemporaneo, fra cui il socialismo marxista e il liberalismo dell’epoca».

Spazio permettendolo, converrebbe segnalare la correttezza di molti altri lemmi attinenti allo sviluppo storico-dottrinale, spesso contrastato e controverso, del cristianesimo9, e ai suoi impatti con dottrine o ideologie, culturali e politiche, specie non lontane10. Ma quanto ne abbiamo riportato basti per essere grati ai due Autori, e alla loro editrice Le Monnier, per il servizio reso ai troppi che, in Italia – forse anche credenti –, della loro religione non sono informati e istruiti come dovrebbero.

1 Cfr D. MONDRONE, «Al servizio della lingua», in Civ. Catt. 1968 II 565. Per la seconda edizione (Selezione dal Reader’s Digest, Milano 1987), uscita dopo 20 ristampe della prima, cfr Civ. Catt. 1988 IV 305).

2 Cfr Civ. Catt. 1971 III 318.

3 G. DEVOTO – G. C. OLI, Il dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze 1990, XII-2.164, con 32 tavv. a colori, L. 79.000.

4 Cfr COTRONEO, in L’Espresso, 27 gennaio 1991, 78.

5 Per circa un ventennio il solo Oli; il Devoto – già presidente dell’Accademia della Crusca nel 1964, e rettore dell’Università di Firenze nel 1968 essendo morto nel 1974.

6 R. ROSSELLI, Dizionario. Guida alla scelta dei sinonimi e dei contrari, Sandron, Firenze 1990 (cfr Civ. Catt. 1990 III 259).

7 Per esempio, vi risultano ormai desueti i lemmi: «caudatario» (addetto a tenere il lembo della veste di alti dignitari ecclesiastici); «introito» (nella liturgia della Messa secondo il vecchio rito latino, l’ingresso del sacerdote all’altare, oggi detto processione d’ingresso); «manipolo» (indumento liturgico, costituito da una striscia, della stoffa e del colore della pianeta, che il sacerdote portava all’avambraccio sinistro durante la Messa); «tonsura» (rito, ora abolito, che segnava l’ingresso allo stato clericale) e «chierica» (rasatura tonda che in passato si facevano gli ecclesiastici e i giovani iniziati al sacerdozio, sul cocuzzolo del capo). Qualche ritardo, invece, c’è. Per esempio: «breviario» (oggi «liturgia delle ore»): «li libro liturgico che contiene l’intero ufficio divino secondo il rito della Chiesa romana»; e «accolitato», dato ancora come «il quarto e più elevato degli ordini minori, che conferisce al chierico il compito di assistere il sacerdote o il diacono nelle funzioni liturgiche»; e ciò nonostante il preciso «Ordine»: «Nella Chiesa cattolica, ciascuno dei grandi della gerarchia ecclesiastica, in passato distinti in o. maggiori (suddiaconato, oggi soppresso, diaconato, presbiterato, episcopato) e minori (ostiariato, lettorato, esorcistato, accolitato) oggi ridotti a due soltanto: lettorato e accolitato, e detti ministeri»; e «suddiaconato»: «Nella Chiesa cattolica, prima della riforma liturgica del 1972, il primo degli ordini sacri maggiori, col quale cominciava, per il chierico cui veniva conferito, l’obbligo del celibato e della recita del breviario».

8 Ad esempio, a proposito di sacramenti (e di sacramentali): «cresima» vi viene definita «il sacramento che conferma la definitiva appartenenza del battezzato al corpo mistico della Chiesa, imprimendogli il carattere indelebile di [?!] cristiano»; quando, secondo il can. 879 del recente Codice di diritto canonico, «esso imprime il carattere per il quale i battezzati, proseguendo il cammino dell’iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa». Bene il «matrimonio» vi viene dato quale «rapporto di convivenza dell’uomo e della donna in accordo con la prassi civile, ed eventualmente religiosa, diretto a garantire la sussistenza morale sociale e giuridica della famiglia», però piuttosto sorvolando sul suo essere «sacramento» per i cattolici. «Sacramentale» sarebbe «ciascuno dei riti, oggetti, istituti consacrati dalla Chiesa per l’impetrazione di grazie spirituali e di benefici temporali (benedizioni, elemosine, preghiere ecc.)»; quando, meglio, nel can. 1.166 sempre del nuovo Codice, sono detti: «Segni sacri per cui, per una qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati e ottenuti per l’impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali».

9 Cfr, ad esempio, i lemmi: «ariano» e «arianesimo», «nestorio» e «nestorianesimo», «pelagiano» e «pelagianesimo», «giansenista» e «giansenismo», «luterano» e «luteranesimo», «caIvinista» e «caIvinismo», «anglicano» e «anglicanesimo»...

10 Vedi, ad esempio: «illuminismo», «razionalismo», «positivismo», «materialismo»; «massoneria», «modernismo»; «liberalismo», «capitalismo», «socialismo», «marxismo».

In argomento

Editoria

n. 3363-3364, vol. III (1990), pp. 258-263
n. 3327, vol. I (1989), pp. 259-265
n. 3093, vol. II (1979), pp. 257-268
n. 3062, vol. I (1978), pp. 151-159
n. 2995, vol. II (1975), pp. 95
n. 2882, vol. III (1970), pp. 154-160
n. 2809, vol. III (1967), pp. 60-62
n. 2807, vol. II (1967), pp. 484-485
n. 2766, vol. III (1965), pp. 552-557
n. 2695, vol. IV (1962), pp. 53-55
n. 2672, vol. IV (1961), pp. 165-169
n. 2667, vol. III (1961), pp. 306-311
n. 2644, vol. III (1960), pp. 384-392
n. 2645, vol. III (1960), pp. 504-512,
n. 2639, vol. II (1960), pp. 511-521
vol. II (1958), pp. 284-288
n. 2583, vol. I (1958), pp. 287-294
n. 2535, vol. I (1956), pp. 320-325
n. 2490, vol. I (1954), pp. 622-636
n. 2465, vol. I (1953), pp. 558-563
n. 2455, vol. IV (1952), pp. 57-60
n. 2436, vol. IV (1951)
n. 2197, vol. I (1942), pp. 68