Articolo estratto dal volume I del 1987 pubblicato su Google Libri.
Il testo è stato corretto dai refusi di stampa e formattato in modo uniforme con gli altri documenti dell’archivio.
I riferimenti ai documenti del magistero pontificio sono stati resi interattivi e portano al sito del progetto “Chiesa e Comunicazione”, la biblioteca digitale online che prosegue l’attività iniziata da p. Baragli con le opere Cinema cattolico: documenti della Santa Sede sul cinema e Comunicazione Comunione e Chiesa.
L’attenzione tutta particolare che la Chiesa latinoamericana ha prestato ai problemi sociopastorali della comunicazione nel trentennio 1955-1985 le ha assegnato tre singolari primati. Il primo è quello di ben 24 tra incontri, seminari, riunioni e conferenze ecclesiali in argomento: da quelli di Medellin (Colombia-1968) e Puebla (Messico-1979), a quelli di Lima (Perù: 1966, 1968, 1975, 1984), Bogotá (Colombia: 1974, 1978, 1980, 1983). Il secondo sta nei quasi altrettanti relativi documenti programmatici; i quali – terzo merito – costituiscono un capitale dottrinale e pastorale sulla comunicazione umana ed ecclesiale che non ha riscontri in altri continenti e Paesi1.
Nel contempo in tutto il continente non è stata da meno l’attività editoriale sulla comunicazione umana in genere, e sulle cosiddette «comunicazioni sociali» in particolare. Se, infatti, sino a qualche decennio fa l’America Latina più che altro divulgava autori e opere provenienti dall’America del Nord (Fromm, Hovland, Katz, Klapper, McLuhan, Schramm...), o dai Paesi europei (Adorno, Babin, Eco, Jacobson, Kientz, Mattelart, Moles, White...), dagli anni ’50 – anche per merito delle Edizioni Paoline – ha assommato, in argomento, circa 4.000 titoli, diciamo così, autarchici2 Ai non pochi che, tra questi ultimi, già siamo andati via via presentando ai nostri lettori, pensiamo che giovi affiancarne alcuni altri, augurali – si spera – di una più organica e aggiornata editoria ecclesiale in argomento.
Sei titoli
Primo viene – sommaria e generale introduzione ai concetti e ai problemi riguardanti la comunicazione umana –, il volumetto della docente universitaria Luz Amparo Palacios Mejía3, che, in 13 lezioni, tutte sussidiate da bibliografie e da questionari con le relative risposte, offre una sintesi-repertorio di quanto autori e scuole di ogni estrazione e indirizzo sono andati proponendo, appunto, sulla comunicazione umana e i suoi linguaggi: origini, segni e codici, significati, funzioni. È senz’altro utile quale premessa generale anche ai problemi specifici della comunicazione ecclesiale; ma ci si chiede se l’Autrice – abbondando in rimandi, analisi e confronti, schemi e specchietti – riesca a chiarire le cose più complesse, o non piuttosto a complicare talvolta le cose più ovvie.
Tutt’altro è l’oggetto e l’impianto del secondo volume, del docente gesuita J. Martinez Terrero4, sull’educazione e la formazione alla comunicazione socioculturale e religiosa nei Paesi in via di sviluppo. L’Autore parte da tre malanni che affliggono l’America Latina e, in genere, il Terzo Mondo: l’estrema povertà economica e culturale delle popolazioni contadine e operaie; lo sfruttamento economico e di colonizzazione culturale che vi operano le multinazionali e, in genere – cfr il Rapporto MacBride5 –, le loro comunicazioni massmediali, specie pubblicitarie; l’urgenza, quindi, di addivenire al Nuovo Ordine Mondiale dell’Informazione e della Comunicazione (NOMIC) auspicato dallo stesso Rapporto, condizione previa del quale è il Nuovo Ordine Economico Internazionale (NOEI). Perché ciò si attui – prosegue il Martinez Terrero – occorre cominciare col coinvolgere nel processo di liberazione culturale ed economica le stesse popolazioni. Prima «coscientizzandole», cioè rendendole consapevoli dei loro diritti e degli sfruttamenti di cui sono vittime. Occorre quindi guidarle a individuare problemi e situazioni concrete, locali e nazionali, e a formularne soluzioni pratiche. Per, infine, indurre le stesse popolazioni a ordinate pressioni sui poteri, assenti od oppressori, pubblici o privati.
Come procedere? Da sola – nota l’Autore – poco vale la lenta e dispersiva comunicazione persuasoria interpersonale; e poco vale anche l’insegnamento scolare – statale, privato e della Chiesa –, del resto in molti Paesi scarsamente praticato, né praticabile. Tanto meno vale quella dei mass media, culturalmente – come si è detto – «colonizzatori» delle masse, in gran parte ancora analfabete. Non resta, dunque – questa la tesi dell’Autore, condivisa da molti altri autori latinoamericani6 –, che ricorrere alla comunicazione-animazione partecipativa «di gruppo», cominciando dai gruppi familiari, di vicinato e di lavoro, per passare a quelli comunque interessati in comuni situazioni e problemi: di occupazione, di salute, di igiene, di previdenza. E, in proposito, l’Autore, prima riferisce sulle molte positive esperienze di comunicación liberadora realizzate in America Latina (Brasile, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay, Venezuela) e in Africa (Botswana); quindi espone il processo, l’evoluzione storica, le basi dottrinali, la tradizione cristiana e le linee pedagogiche nell’uso grupal dei mezzi più disparati: dalle diapositive, i film e le filmine, i dischi, le cassette e i videotape, ai disegni animati, illustrazioni, cine- e radioforum, dialoghi, interviste, teatro, drammatizzazione di situazioni locali e di attualità cronachistiche. Termina rilevando alcune priorità da approfondire per rendere pienamente liberadora la comunicación grupal, sulla quale allega una più che esauriente bibliografia.
Le due pubblicazioni che seguono si distinguono dalle precedenti, perché si aprono, invece, a tutt’intero l’ambito della pastorale della comunicazione nell’America Latina; e soprattutto perché si danno come elaborate ed edite, non da autori singoli, ma direttamente dal «Departamento de Comunicación Social» (DECOS) del «Consejo Episcopal Latinoamericano» (CELAM), nella visuale dottrinale e normativa del Documento di Puebla (1979).
Il titolo del primo: Hacia (=Verso) una teologia...7 sembra promettere un semplice avvio di ricerca teologica. Ma i ben 379 ampi paragrafi, che in 130 grandi pagine ne strutturano i 15 capitoli delle 4 parti, depongono piuttosto per un vero e proprio trattato a tesi sulla teologia della comunicazione. Non per nulla, infatti, come precisa la Presentación, «in almeno tre anni di progressiva elaborazione, vi hanno contribuito un buon numero di teologi, di pastoralisti, di periti nella comunicazione, di antropologi e di sociologi di tutto il continente» (p. 167); e, a lavoro compiuto, «ci si augura che anche i teologi di altri continenti, più che all’utilità dei mezzi di comunicazione nell’evangelizzazione8, s’impegnino a scoprire le ricchezze della comunicazione in se stessa come fenomeno globale in relazione alla natura e alla missione della Chiesa» (p. 168)9.
L’altro e più recente volume del DECOS-CELAM Comunicación: misión y desafio10 fin dal sottotitolo punta alla completezza sistematica di un vero e proprio «manuale» per la formazione degli operatori pastorali della comunicazione nel continente latinoamericano: vescovi, sacerdoti, religiosi e operatori laici; e anche professionisti e recettori dei mass media. Ricalcando lo schema «vedere-giudicare-agire», nella prima parte – El fenomeno de la comunicación social – propone le nozioni e i dati fondamentali della comunicazione umana, prima in generale, poi nella realtà latinoamericana, anche trattando dei numerosi documenti dottrinali con i quali i suoi episcopati l’hanno seguita e cercato di promuoverla. Nella seconda parte – Elementos para una reflexión a la luz de la fe –, sintetizza quanto analiticamente, sulla teologia, l’etica e la morale della comunicazione, aveva sviluppato nella trattazione precedente. Mentre nella terza parte – Perspectivas pastorales de acción comicadora – in quattro capitoli tratta del necessario passaggio liberatore dalla comunicazione alla comunione-partecipazione, anche attraverso la liturgia, una pastorale organica e, anzi, un complesso strutturato di politiche e di strategie pastorali. Chiudono il manuale nove pagine di Bibliografía comentada.
Per finire vanno segnalati i due volumetti dell’ecumenica UCBC (= União Cristã Brasileira de Comunicação Social)11 che riferiscono su due Convegni svoltisi a Petrópolis nel 1981 e a Recife nel 1983: l’uno e l’altro intesi alla difesa della gioventù brasiliana dall’imperialismo culturale esercitato attraverso i mezzi di comunicazione da regimi più o meno esplicitamente antidemocratici.
Per un servizio ecclesiale piu ampio
Non si può non ammirare e lodare tanta attenzione ai problemi della comunicazione umana prestata dalla Chiesa latinoamericana, senza paragone maggiore di quella che le prestano altre Chiese in altre nazioni e continenti. Ma, raccogliendone gli echi, e percorrendone la produzione libraria, ci si augura che anche nell’America Latina tanta attenzione ai group media, minimedia e simili possa presto passare anche e soprattutto ai problemi culturali, politici e pastorali connessi già oggi con i mass media e – piuttosto prima che poi, anche nei Paesi del Terzo e Quarto Mondo – anche alla generale computer-informatizzazione12, mano mano che gli stessi Paesi accederanno allo sviluppo tecnologico-economico e, con questo, all’alfabetizzazione e a una più diffusa e personale cultura e consapevolezza sociale. Ci si augura, inoltre, che tante iniziative di tanti studiosi e di tanti operatori pastorali, integrando il ricco magistero degli episcopati locali in quello, amplissimo, romano e conciliare sulla comunicazione, pervengano finalmente a testi-guida meno locali e occasionali, più «cattolici» e completi. Faciliteranno così, tra l’altro, non solo nella Chiesa latinoamericana, ma anche nelle altre nel mondo, l’attuazione pratica degli Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti circa i mass media, pubblicato nel marzo scorso, dalla romana Congregazione per l’Educazione Cattolica13.
1 Per una documentazione completa cfr B. D. SPOLETINI, Comunicación y Iglesia Latinoamericana, Ed. Paulinas, Florida (Argentina) 1985; e anche CELAM, Comunicación: missión y desafio, DECOS-CELAM, Bogotá 1986, 116 ss.
2 Cfr, tra gli altri titoli: J. D. BORDENAVE, Além dos meios e das mensagens, Vozes, Petrópolis 1983; J. D. BORDENAVE. H. MARTINS DE CARVALHO, Planificación y comunicación, CIESPAL, Quito 1978; M. BARRERO, Comunicación masiva: discurso y poder, ivi, 1978; J. BOSCO PINTO, Educación liberadora. Dimensión metodológica, Asociación Publicaciones Educativas, Bogotá 1973; R. DALE, Igreja e comunicaçào social, Ed. Paulinas, São Paulo 1973; GERACE-LARUFA-FRANK, Comunicación horizontal, Studium, Lima 1973; P. GUARESCHI, Comunicación y poder, Vozes, Petrópolis 1981; L. LOPEZ, Introducción a los medios de comunicación, Universidad S. Tomas, Bogotá 1980; J. MARQUEZ DE MELO, Comunicação, Vozes, Petrópolis 1981; Comunicação no Brasil, Loyola, São Paulo 1976; L. MARTINEZ CAMPOS, Códigos para una antropologia de la liberación, Ed. Paulinas, Bogotá 1975; J. MARTINEZ TERRER0, La Comunicación alternativa, Ed. Paulinas, Buenos Aires 1981; G. C. ORTIZ, La Comunicación, Herrero, México 1965; A. PAOLI, La Comunicación, Edicol, México 1977; A. PASQUALI, Comunicación y cultura de masas, Universidad Católica Venezolana, Caracas 1963; D. PRIETO CASTILLO, Discurso autoritativo y comunicación alternativa, Edicol, México 1981; F. REYES MATTA, Comunicación alternativa y bùsqueta democrática, ILET, México 1983; I. SOARES – J. DE OLIVEIRA, Direitos humanos: um desafio à comunicação, Ed. Paulinas, Sào Paulo 1983; Seguraça do povo: Desafio à comunicação, ivi, 1984; N. TEIXEIRA, A’ comunicação, ivi, 1983; E. VERON, Lenguage y comunicación social, Nueva Vision, Buenos Aires 1971; Conducta estructura y comunicación, Tiempo contemporaneo, ivi, 1972; V. ZECCHETTO, Educación, catequesis y audiovisuales, Ed. Paulinas, Bogotá 1976; A. ZENTENO, Encuentro con el pueblo y evangelización liberadora, Santa Cecilia, México 1974.
3 L. AMPARO PALACIOS MEJÍA, La Comunicación humana. Teoría, elementos, bases, Ed. Paulinas, Bogotá 1983, 223.
4 J. MARTINEZ TERRERO, Comunicación grupal liberadora, Ed. Paulinas, Florida (Argentina) 1986, 277. Dello stesso Autore sono Los jesuitas latinoamericanos y la investigación en comunicación, Centro Jesús Maria Pellin, Caracas 1976; Métodos de análisis critica de la publicidad, Universidad Central de Venezuela, Caracas 1982.
5 S. MACBRIDE, Comunicazioni e società oggi e domani, ERI, Torino 1982 (cfr Civ. Catt. 1982 IV 150 e 1984 III 202).
6 Per esempio, tra gli autori riportati nella nota 2: J. D. Bordenave, J. Bosco Pinto, F. Reyes Matta e A. Zentero. Spicca tra tutti il pedagogo, sociologo e filosofo dell’educazione brasiliano Paulo Freire, che ha inciso nella radicalizzazione di differenti movimenti sociali, anche nella Chiesa. A lui si deve lo sviluppo del dialogo comunicativo specialmente a livello di gruppi rurali. Tra le sue numerose pubblicazioni: Extensión o educación?, INCIRA, Santiago 1969; Pedagogía del oprimido, Tierra Nueva, Montevideo 1970; La educación como práctica de libertad, ivi, 1971; Teoría y practica de la liberación, Madrid 1972; Concientización, Buenos Aires 1974.
7 CELAM, Hacia una teologia de la comunicación en América Latina, DECOS-CELAM, Bogotá 1983, 294.
8 Quasi certamente ci si riferisce all’inefficacia dei mass media nella predicazione, e in particolare nell’evangelizzazione, sostenuta dello stesso DECOS-CELAM, in Evangelización: Perspectiva del comunicador social (in Boletín Informativo Vox Christiana, Montevideo, genn. 1974, e in Comunicación socialis, 1974, n. 2, 170 s). Cfr, in risposta, E. BARAGLI, Strumenti della comunicazione sociale ed evangelizzazione, in Civ. Catt. 1974 IV 36.
9 A conferma, se ne consideri l’onnicomprensivo e particolareggiato Contenido di apertura (p. 169). Parte Prima. La situazione latinoamericana (nn. 9-60): 1) di comunicazione e 2) d’incomunicazione. Parte Seconda. Riflessione teologica sopra la comunicazione (nn. 61-180): 1) preliminari; 2) comunicazione e antropologia cristiana; 3) Gesù Cristo, sacramento di comunione; 4) la Chiesa organo di comunicazione e sacramento di comunione in Cristo. Parte Terza. Pastorale della comunicazione (nn. 181-282): 1) Chiesa e pastorale della comunicazione; 2) il servizio pastorale al mondo della comunicazione umana; 3) la comunicazione pastorale propria della Chiesa; 4) l’uso pastorale dei mezzi di comunicazione. Parte Quarta. Aspetti particolari della pastorale di comunicazione nell’America Latina (nn. 283-375): 1) l’attuale momento storico; 2) evangelizzazione della cultura popolare e pastorale della comunicazione; 3) il servizio al mondo della comunicazione umana; 4) la comunicazione pastorale nella Chiesa latinoamericana; 5) la pastorale dei mass media in America Latina.
10 CELAM, Comunicación: misión y desafio. Manual Pastoral de Comunicación Social, DECOS, Bogotá 1986, 321.
11 UNIÃO CRISTÃ BRASILEIRA DE COMUNICAÇÃO SOCIAL, Juventude e dominação cultural, Ed. Paulinas, São Paulo 1982, 177; lD., Segurança do povo: desafio à comunicação, ivi, 1984, 284.
12 Cfr, in argomento, la mirabolante, e già sorpassata, prospettiva di D. BALKHAUSEN, Uomini e computer domani. La rivoluzione elettronica a scuola, in casa, in ufficio, in fabbrica, Garzanti, Milano 1982, 123.
13 CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti circa gli strumenti della comunicazione sociale, Poliglotta Vaticana, Roma 1986: introdotti e commentati in Civ. Catt. 1986 IV 26 e 1987 I 26.