Articolo estratto dal volume III del 1966 pubblicato su Google Libri.
Il testo è stato corretto dai refusi di stampa e formattato in modo uniforme con gli altri documenti dell’archivio.
I riferimenti ai documenti del magistero pontificio sono stati resi interattivi e portano al sito del progetto “Chiesa e Comunicazione”, la biblioteca digitale online che prosegue l’attività iniziata da p. Baragli con le opere Cinema cattolico: documenti della Santa Sede sul cinema e Comunicazione Comunione e Chiesa.
La 53.ma Settimana Sociale di Francia si è svolta a Nizza, dal 9 al 14 luglio 1966, nell’adattissimo Palais des Expositions, sul Paillon, con circa 3.000 partecipanti, provenienti, oltre che dalla Francia, da venticinque altre nazioni. L’argomento generale, l’Opinione Pubblica, vi è stato trattato in sei tempi, o giornate, dai seguenti maestri: 1) L’OPINIONE PUBBLICA NEL MONDO ODIERNO (A. Barrère: L’opinione pubblica nella società contemporanea; J. Fauvet: Nascita e formazione dell’opinione; J. Antoine: Conoscenza scientifica dell’opinione). 2) L’AZIONE SULL’OPINIONE: (P. Vibert: Azione della pubblicità sull’opinione; J. Folliet: Azione psicologica e propaganda; P. Guissard, Ph. Farine, G. Hourdin e G. Drouet: Influsso dei “mass media” sull’opinione). 3) OPINIONE PUBBLICA FENOMENO SOCIALE (A. Girard: Strutture sociali e strutture di opinione; J. Rovan: Valori della opinione pubblica; J. Sommet: Opinione pubblica linguaggio e libertà umana). 4) OPINIONE E LIBERTÀ (E. Borne: Dovere di verità e diritto alla libertà; L. Trotabas: Per un regolamento democratico della Radio-Televisione; L. Estrangin, J. Gélamur, H. Guitton: Stampa libera mercato e Stato). 5) OPINIONE E SOCIETÀ DEMOCRATICA (R. Lavialle: L’educazione ed il fenomeno dell’opinione; G. Vedel: Il posto dell’opinione in democrazia; J. de Bourbon-Busset: Opinione pubblica e vita internazionale). 6) FEDE ED OPINIONE (P. Haubtmann: La Chiesa nell’opinione pubblica; E. Gabel: L’opinione pubblica nella Chiesa; J. Rivero: Responsabilità dei fedeli in un regime di libertà d’opinione).
Gli stessi argomenti sono stati discussi ogni giorno in quattro carrefours generali ed in altrettanti specializzati, gli uni e gli altri sfociati in Conclusioni di tutta la Settimana, ed in Postulati particolari su: Strumenti della comunicazione sociale ed i giovani, Stampa cattolica e cattolici nella stampa, Funzione sociale e culturale della televisione, Opinione pubblica pastorale.
Alcune impressioni? – Circa l’aspetto organizzativo è presto detto: tutto perfetto; anzi, come è stato autorevolmente rilevato, a giusto merito dei nizzardi bravissimi, la migliore organizzazione mai raggiunta dalle Settimane Sociali di Francia. Meno agevole un giudizio d’assieme in merito alle forme ed ai contenuti degli sviluppi tematici. In genere: consolante e stimolante, per numero e qualità, la preparazione culturale dei docenti, alcuni dei quali – ricordiamo particolarmente E. Borne e J. Bourbon-Busset – padroni anche di forme letterarie alte e classiche non meno del loro eccellente equilibrio dottrinale ed umano. Non da tutti, però, rispettato un auspicato più netto limite tra la saggistica, un po’ personale (J. Sommet), la conferenza brillante (J. Folliet) e l’analisi rigorosa dei fatti, più consona, quest’ultima, all’indole delle Settimane francesi, che, come si sa, si mantiene a livello di vera e propria docenza universitaria. In molti, poi, una certa sfocatura dottrinale, causata in parte dalla mancata, necessaria, previa delimitazione dell’argomento de quo, conseguente ad una mancata precisazione terminologica generale.
Si sa, infatti, che sotto i termini “opinione pubblica”, non solo nel linguaggio corrente, bensì anche in quello dei competenti, passa una realtà complessissima ed intricatissima, implicante aspetti e problemi, e perciò anche scelte e giudizi, teorici ed operativi, – spesso anche polemicamente – diversissimi. Perciò una precisazione delle diverse accezioni avrebbe aiutato a distinguere tra credenze ed opinioni propriamente dette, tra “opinione” ed opinioni, tra opinione del pubblico ed opinione pubblica, tra opinioni “tranquille " ed opinioni “calde” e tese a scelte immediate, ecc.; e che conseguentemente avrebbe chiarita, con vantaggio, la portata di enunciati generali, di dati statistici, di problemi psicologici e sociologici, culturali morali e pastorali, distinguendo, per esempio, quel che riguarda la natura da quello che riguarda le espressioni delle opinioni e dell’“opinione”, nonché da ciò, invece, che si rifà piuttosto ai soggetti ed alle matrici, oppure anche ai contenuti, ai mezzi ed agli strumenti dell’“opinione”. Più cauto, il decreto conciliare Inter mirifica, nel n. 8, consacrato alle “pubbliche opinioni” – stranamente passato sotto silenzio da tutti i maestri della Settimana – ha volutamente evitato in proposito una terminologia, che rendesse dipendente dalle varie eccezioni correnti il principio generale, pastorale-morale, da esso enunciato.
Riguardo alle dottrine propriamente dette, la diversità dei docenti spiegava alcune divergenze, del resto di casa in una disciplina – o confluenza di discipline – ancora in stato fluido, come lo sono le realtà ed i fenomeni che ne sono argomento. Ciò non toglie che un certo disagio s’è provato nel sorprendere alcuni, forse inconsapevoli, omaggi a correnti deterministiche proprie di psicologi e sociologi non aperti ai valori di una radicale libertà umana, piuttosto numerosi in questo genere di studi; il che ha reso più acuto il desiderio e più caldo il voto di vedere più numerosi i cattolici che, scientificamente e spiritualisticamente preparati, vengano a coltivare questo settore, uno dei pochi, nello scibile umano, ancora aperto ad iniziatori e sistematizzatori che “facciano scuola”.
Qualche riserva anche è affiorata a proposito di opinione pubblica nella Chiesa. Ci pare che un’ansia – come dire? – di rivendicazione, abbia inceppato un desiderato più sereno approfondimento della questione, a scapito di una più suadente analisi teologica e storica; ed abbia quindi spostato l’attenzione quasi unicamente verso la funzione di dialogo-correttivo, dimenticando quella di appoggio, rispetto all’azione della Gerarchia; inoltre, non abbia posto nel necessario risalto limiti modalità e termini dell’opinione come dialogo ecclesiale. Cose tutte alle quali, ovviamente, richiama l’attenzione la lettera della Segreteria di Stato – che qui riportiamo in una nostra traduzione1 – letta in apertura delle fruttuose assise di Nizza. I sottotitoli sono nostri.
NOTA DI EDIZIONE
1. La Lettera ad Alain Barrère, presidente delle “Settimane Sociali di Francia” della Segreteria di Stato è pubblicata nel sito Chiesa e Comunicazione. con in lingua originale e traduzione in italiano di p. Enrico Baragli.